FABBRICERIA

s.f. [dal lat. fabrica "luogo di lavoro]
 
Fondazione ecclesiastica istituita intorno al V secolo con lo scopo di provvedere a mentenimento e resturo delle chiese, della amministrazione dei loro beni e alle spese di culto. Molto sovente collegata a una cattedrale, a un duomo o a un monastero, veniva costituita una f. che pensava prima alla costruzione e poi al mantenimento dell'edificio sacro. Nei secoli, e ancora oggi, questi enti si impegnano a conservare il bene ecclesiastico di cui sono incaricati. E' gestita in gran parte da laici o fabbricieri. luminaria ecclesiae
Secondo una antica tradizione dei giuscanonisti, fin dal V secolo i papi Simplicio e Gelasio avrebbero disposto che l'amministrazione vescovile, nelle mani dei quali era raccolta l'intero patrimonio ecclesiatico, disponesse di tutte le rendite suddibidendole in quattro parti.: 
prima parte, la quarta episcopi per il mantenimento del vescovo e della sua «famiglia»;
seconda parte, la quarta cleri per il mantenimento del clero secolare
terza parte, la quarta pauperum per le necessità de poveri di Cristo;
quarta parte, la quarta fabricae sia i sacra tecta (cioè i costi di manutenzione degli edifici sacri), sia i luminaria ecclesiae, cioè le spese per i ceri e le altre relative al culto.
Appunto dalla quarta fabricae sarebbe nata la fabbriceria.
La molteplice erezione di chiese locali e la mancanza di chi avesse un effettivo interesse a pretendere l'assegnazione integrale della quarta fabricae frustrarono le primitive disposizioni e provocarono la trasformazione della portio in un onus, che veniva giuridicamente a gravare sul beneficiato. Questa fase evolutiva è molto interessante e trova notevoli riscontri nei tempi attuali. Allorché l'investito era puramente e semplicemente onerato di fabbrica, si aveva l'istituto del beneficium indistinctum (rendite destinate indistintamente al sostentamento del beneficiato e ai bisogni della chiesa). Allorché invece, con ulteriore evoluzione, al beneficiato già provvisto era assegnata una seconda massa di beni i cui redditi erano riservati alla manutenzione della chiesa e all'esercizio del culto, si aveva l'istituto del beneficium distinctum. Ma il patrimonium fabriche, cioè le masse patrimoniali create dalla pietà dei fedeli e dal loro desiderio di erigere chiese monumentali, acquistarono autonomia sempre maggiore, e i fedeli desiderarono averne la gestione e il controllo, così che in molti luoghi si costituirono vere e proprie persone giuridiche, che presero generalmente il nome di fabbricerie, con un proprio patrimonio e un proprio consiglio d'amministrazione.
 
Durante tutto il medioevo si diffusero molto, ma non in tutto il territorio italiano, con presenza variabile da regione e regione, in alcune delle quali non si diffusero affatto. Le f. assunsero nomi diversi a seconda del luogo di istituzione: fabbriche o sacrestie nell'Itala del Nord, cause o legati in Sardegn, opere in Toscana, cappelle in Campania e maramme in Sicilia

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AA. VV., Enciclopedia del Medioevo, Le Garzantine, Milano Garzanti, 2007

Enciclopedia Treccani