Il bambino nella Grecia antica - parte I

02.04.2014 20:26

Il bambino nella Grecia antica

 

Questi brevi articoli che si susseguiranno intendono dare una piccola introduzione al mondo dell'infanzia nell'antica Grecia, senza pretendere di essere esaustivi, ma almeno di porre le basi per spingere a un interesse privato e personale dei nostri cari lettori. 

Il primo articolo che pubblichiamo introduce al lessico greco inerente all'infanzia e alla concezione che gli antichi avevano dei fanciulli.

Nelle prossime uscite vedremo con "occhio moderno" tutti quegli oggetti di vita quotidiana legati all'infanzia che possono essere paragonati con ciò che noi oggi compriamo e usiamo per i nostri bambini (esempio i biberon, i seggioloni, giocattoli, ecc.).

 

 

In Greco troviamo tutti termini neutri in quanto il bambino era indeterminato e in formazione, appena abbozzato, si potrebbe dire, dal punto di vista biologico, culturale e sociale. Ecco i termini più importanti:

βρέφος (gr.) significa feto, neonato, essere vivente.

παῖς, παιδός (gr.) di genere indeterminato, indica il bambino, il fanciullo cresciutello (παιδίον è il diminutivo, bambinetto).

τέκνον (gr.) è un nome neutro cghe indica la prole, figlio/a.

νήπιος (gr.) indica colui che è di "nuova parola", cioè che parla da poco.

Per quanto riguarda le fonti scritte troviamo riferimenti ai bambini in autori come Platone e Aristotele, i quali si riferiscono ad essi usando termini negativi.

Nel De generatione animalium, Aristotele descrive i bambini come esseri brutti, rossi, con pochi capelli e che ci vedono poco. Sono paragonati ad altre categorie inferiori della società: i vecchi e le donne, come loro sono emotivi, facili al pianto, poco intelligenti e di scarsa memoria.

Insomma per il filosofo greco i bambini sono dei nani deformi perchè sproporzionati nelle loro parti anatomiche, la testa in particolare è grossa rispetto al resto del corpo e non vi arriva abbastanza sangue.

 

In questa Pelike attica a figure rosse ( 430-420 a.C.),

conservata al British Museum, possiamo notare come

il bambino sia rappresentato come un nano,

sembianze di adulto sproporzionato che gattona. 

 

 

 

 

I neonati andavano già in contro a un destino infelice.... ma questo è un altro articolo ;) Uscirà il 2 maggio!

 

Bibliografi

 

Becchi, E e Julia, D: Storia dell’infanzia, I parte. Ed. Laterza, 1996.

Boswell, John: L’abbandono dei bambini in Europa occidentale, RCS Rizzoli Libri SpA, Milano, 1991.

L’infanzia e il gioco nel mondo antico. Materiali dalla collezione Sambon, a cura di A. Ceresa Mori, C. Lambrugo, F. Slavazzi, Milano 2012

 

 

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