Il bambino nella Grecia antica - parte II

02.05.2014 11:28

Il bambino nella Grecia antica

 

Questi brevi articoli che si susseguiranno intendono dare una piccola introduzione al mondo dell'infanzia nell'antica Grecia, senza pretendere di essere esaustivi, ma almeno di porre le basi per spingere a un interesse privato e personale dei nostri cari lettori. 

Il primo articolo che abbiamo pubblicato introduce al lessico greco inerente all'infanzia e alla concezione che gli antichi avevano dei fanciulli.

Il secondo articolo invece dell'abbandono del minore, tematica che ancora oggi tocca la nostra sensibilità.

Con un piccolo intento anche di sensibilizzazione nei confronti dell'infanzia oggi, per quanto ci sconvolgano le modalità di trattamento che i bambini subivano anticamente, ancora ai giorni nostri essi subiscono violenza, vengono maltrattati, gettati nei cassonetti appena nati e in alcune parti del mondo le spose fanciulle ancora esistono oggi come allora.

Nelle prossime uscite vedremo con "occhio moderno" tutti quegli oggetti di vita quotidiana legati all'infanzia che possono essere paragonati con ciò che noi oggi compriamo e usiamo per i nostri bambini (esempio i biberon, i seggioloni, giocattoli, ecc.).

 


 

Nella Grecia antica le legislazioni di Licurgo e di Solone consentivano l’abbandono e l’infanticidio, sopratutto delle bambine, perché queste costituivano un peso per la famiglia che doveva fornirle di dote per il matrimonio. Aborto, infanticidio e abbandono del minore erano pratiche considerate normali. Solo nel Corpus Iuri Civilis, promulgato da Giustiniano nel 529, al bambino sarà riconosciuta personalità giuridica, cessando di essere semplicemente un oggetto di proprietà di cui ci si potesse disfare all'occorrenza.

 

Vediamo i riferimenti nella letteratura. Platone approvò l’infanticidio in caso di gravi malformazioni e non ammise che ”i figli di nessuno” potessero entrare a far parte della sua Repubblica ideale.

Aristotele diceva: ”Per ciò che riguarda l’abbandono o l’allevamento dei neonati, deve esserci una legge che non permetta di allevare i figli deformi; ma circa il numero dei bambini, se gli usi e i costumi impediscono il loro abbandono, dev’esserci un limite alla loro procreazione”.
Plutarco nelle “ Vite parallele, Vita di Licurgo”: “Il genitore non era padrone di allevare il figlio, ma doveva prenderlo e portarlo in un luogo chiamato “lesche”. Là erano in seduta i più anziani della tribù che esaminavano il piccolo: se era ben conformato e robusto ordinavano di allevarlo e gli assegnavano uno dei novemila lotti di terra. Se invece era malato e deforme lo inviavano ai cosiddetti “depositi”, una voragine nelle pendici del Taigeto."

Ma c’era anche qualche eccezione: Isocrate era contrario all’abbandono dei neonati e lo citava insieme all’assassinio, all’incesto, all’annegamento e all’accecamento, mentre a Tebe l’infanticidio era vietato, ma in caso di estrema miseria i genitori avevano la facoltà di vendere il bambino attraverso un magistrato preposto. A Tebe l’esposizione dei fanciulli era considerata un crimine punibile con la morte.
Le cause che spingevano all'abbandone e all'infanticidio erano molteplici:

  • Malformazione fisica
  • Frutto di una violenza carnale
  • Frutto di una relazione illecita o incestuosa
  • Povertà

I fanciulli poteva essere adottati o ridotti in schiavitù, essere costretti a mendicare. Le bambine dagli 8-9 anni mandate a fare le prostitute e i bambini a lavorare nei campi. Infine essi potevano andare incontro alla morte dovuta all'esposizione.

 

I bambini più fortunati invece.... ma questo è un altro articolo, il seguito uscirà il 2 giugno! ;)

 

Per il primo articolo: Parte I

 

 

Bibliografia

Becchi, E e Julia, D: Storia dell’infanzia, I parte. Ed. Laterza, 1996.

Boswell, John: L’abbandono dei bambini in Europa occidentale, RCS Rizzoli Libri SpA, Milano, 1991.

Corridori M., Fanos V, Farnetani I., Nascere nella storia, Mondadori, Milano 2006

CorridoriI M., Fanos V, Yurdakok M., Il neonato in Europa, Biomedia Edizioni Milano 2007

Lloyd de Mouse: L’evoluzione dell’infanzia  (trad. dall’inglese di Lucia Bonardi), 1983, Emme ed. Milano.

Pazzini, Adalberto: Storia dell’Arte sanitaria dalle origini ad oggi. Ed. Minerva medica, Roma, 1974

Semprini, Antonio: Storia dell'infanzia e dell'abbandono, www.pediatria.it

Plutarco: Vite parallele: Vita di Licurgo. (diverse edizioni)

Sterpellone Luciano: La Medicina greca. Novartis Edizioni, 1998.

Visser, Alessandro: I figli di nessuno.www. officinae. Net/eclettica.

L’infanzia e il gioco nel mondo antico. Materiali dalla collezione Sambon, a cura di A. Ceresa Mori, C. Lambrugo, F. Slavazzi, Milano 2012

Puerorum, pueris. Storia, miti e credenze sui bambini attraverso i secoli, a cura di Fanos V, Corridori M, Cataldi L, Agorà edizioni Lecce 2003