Musica antica e tradizionale Anno I n°4

27.04.2014 11:31
ANNO I n° 4

 

Musica antica e tradizionale

a cura de La Compagnia del coniglio associazione culturale


L'idea di questo spazio è nata dalla collaborazione sempre più assidua con i redattori del blog, e si prefigge di dare qualche indicazione sulla musica antica e tradizionale, di spiegare gli strumenti utilizzati, di dare qualche approfondimento sui brani e su come questi venissero suonati.

Non si ha la pretesa di esaustività, ma piuttosto di offrire degli spunti per ricerche poi più approfondite per chi ne avesse interesse.

Si intende qui dare un taglio divulgativo a temi che spesso, per chi non è del settore, creano confusione.

Si cercherà dunque di esporre le tematiche scelte di volta in volta con la redazione in maniera chiara, si cercherà di contestualizzare il più possibile, di sfatare falsi miti e svelare qualche curiosità.

Se aveste qualche curiosità potete scrivere alla redazione o direttamente alla nostra mail e saremo lieti di rispondervi, o prendere spunto per qualche articolo successivo.

 

 

Artisti di strada e....non nel Medioevo

 

Usualmente si utilizzano i termini menestrello, cantastorie, giullare, musico itinerante, per indicare lo stesso tipo di figura presente nel Medioevo, dal IX-X al XIII secolo.

Differentemente da quanto si può pensare, invece, erano figure diverse tra loro e rivestivano ruoli sociali (e, conseguentemente, classi sociali) differenti.

 

La diffusione di queste figure nel corso dei secoli è cambiata, e anche il tipo di professionalità, talora si sono anche sovrapposte e assimilate, anche a causa dell'evoluzione linguistica, che contaminata dalle diverse influenze esistenti, ha identificato con lo stesso termine diverse figure.

Vediamo come.

Innanzitutto la pratica musicale esistente tra il IX e il X secolo non è ben documentata e sembra che già all'epoca si confondessero i ruoli e le figure.

Infatti è curioso come il trovatore Guirot Riquier nel XIII secolo, abbia inviato una richiesta ad Alfonso X El Sabio (di cui abbiamo parlato nel precedente articolo sulle cantigas de Santa Maria), proprio al fine di fare chiarezza.

Dalla “declaratio” reale e da altre fonti si rileva che si distingua tra artisti di strada e artisti di corte.

In particolare le fonti parlano della “giullaria”, come arte “di strada”, praticata da musicisti “ambulanti”.

Sembra che il termine “giullare” provenga dal provenzale “joglar”, a sua volta probabilmente derivato dal latino “iocularis”.

Questi non si limitavano a suonare diversi strumenti, ma anche a intrattenere, cantando, facendo mimi, recitando.

Talora si ritrovavano a servire nelle corti, ma accadeva raramente, rimanendo questi soggetti per lo più artisti indipendenti.

Infatti erano di uno status sociale considerato basso, e addirittura nelle raffigurazioni spesso era ricorrente l'immagine di questi giullari come mendicanti, ciechi, nani o storpi, e anche i loro strumenti hanno ricevuto appellativi poco onorifici (ad es. la ghironda, che veniva chiamata “viola da orbi”).

Differente era la posizione del menestrello, che viceversa seguiva il signore nella corte e durante i suoi viaggi, proprio come musico di corte, da accompagnamento per allietare le giornate del signore.

Il menestrello aveva uno status sociale vagamente più elevato rispetto al giullare, ma in ogni caso necessitava di protezione.

Entrambi nel corso del XII secolo si organizzano in confraternite e corporazioni, e in ogni caso rivestivano un ruolo importante nelle comunicazioni e nella diffusione di notizie, e si rendevano veicolo di cultura e usanze di altri paesi, essendo perennemente in movimento, di piazza in piazza, di corte in corte.

Erano coloro che erano informati di cosa succedeva al di fuori delle mura di un determinato villaggio o borgo.

Bisognerà attendere la comparsa dei trovatori e trovieri, dal XII secolo a tutta la metà del XIII secolo, perché la figura del musico popolare e non religioso, assuma un diverso livello di dignità.

In questo periodo i giullari inizieranno anche a collaborare con i trovatori e i trovieri e inizieranno anche a frequentare corti, banchetti e taverne in maniera più stabile e distaccandosi come repertori e proposte di spettacoli dai loro colleghi girovaghi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonti

 

 

A. Viscardi, Letterature d'oc e d'oil, Sansoni;

S. Pietrini, Il disordine del lessico e la varietà delle cose: le denominazioni latine e romanze degli intrattenitori, in Quaderni Medievali, n. 47/1999;

S. Pietrini, I giullari nell'immaginario medievale, Bulzoni;

S. Battaglia, voce Giullari, Enciclopedia Italiana, Treccani;

E. Faral, Les Jongleurs en France au Moyen age, H. Champion;

T. Saffioti, I giullari in Italia. La storia, lo spettacolo, i testi, Xenia.

 

 

 

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