L'incastellamento nel Medioevo

26.10.2013 09:26

L'incastellamento nel Medioevo

due esempi poco noti dell'Italia Settentrionale

 

Quando siamo bambini la prima cosa che ci viene in mente quando sentiamo parlare di Medioevo sono i Castelli. Tale collegamento avveniva anche per l'architettura revivalistica e neogotica tra metà Ottocento e metà Novecento. Citando il Settia si potrebbe dire che effettivamente il fenomeno dei villaggi fortificati nei secoli centrali del Medioevo è un fenomeno per così dire di "globalizzazione" dell'Europa.

Prima di addentrarci nello specifico delle ricerche archeologiche è bene dare spazio alla terminologia che dall'età tardoantica è comparsa nelle fonti letterarie. In latino vediamo i termini castrum e castellum (in greco troviamo κάστρον e καστέλλιον) che indicano centri fortificati diversi dalle città, ma legato a strutture fortificate di tipo militare del limes e che solo successivamente indicarono strutture civili fortificate, andando così a creare ambiguità ancora nel pieno Medioevo.

Ora vediamo i casi di due castelli dell'Italia Settentrionale: Castrum Ibligine e Castrum Perti.

 

Ibligo-Invillino: Friuli

 

Identificato come il castrum Ibligine ricordato da Paolo Diacono nella Historia Longobardorum, è stato oggetto di scavo dell'Università di Monaco tra il 1962  e il 1974. Paolo Diacono riferisce che, nel 610, gli Avari sconfiggono Gisulfo, duca del Friuli, così i superstiti si sarebbero rifugiati in sette luoghi fortificati tra i quali appunto Ibligine.

Identificato con il castello in questione è il colle Santino, nei pressi di Invillino, colle isolato e ben protetto naturalmente posto alla sinistra del fiume Tagliamento. Il sito presenta una divisione in tre periodi differenti: il primo periodo è databile tra I e IV secolo d.C. e coincide con l'niziale fase insediativa. Il secondo periodo è databile tra la metà del IV e la prima metà del V secolo. Si lavorano ferro e vetro e sono presenti prodotti di importazione quali ceramica di lusso e anfore africane. Il terzo periodo è databile tra V e seconda metà di VII secolo. Ora gli edifici dei periodi precedenti vengono distrutti e al loro posto vengono edificate costruzioni di forma rettangolare con alzato in legno su zoccolo di pietra a secco. Due torri sono tutto ciò che rimane di un probabile apparato difensivo le cui mura di cinta, se esistite, non sono pervenute. A livello di cultura materiale non si riscontra una tangibile presenza Longobarda (eccetto un pomolo di spatha), come ci si aspetterebbe seguendo Paolo Diacono, ma piuttosto una cultura autoctona di origine latina.

Il luogo continuò ad essere utilizzato con funzioni difensive: nel 1219 si ha la documentazione di un castello che faceva parte dello schema difensivo della Valle del Tagliamento.

 

Note: Nel dicembre del 2012 la Società Friulana di Archeologia-Sezione Carnica ha organizzato la conferenza “Ancora su Ibligo: la mostra sul Castrum altomedievale di Invillino”, alla quale sono intervenuti la dott.ssa Chiara Magrini (Università degli Studi di Trieste) e il dott. Sergio Cecchini.

I reperti sono conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Cividale.

 

Castrum Perti: Liguria

 

Diverso è il caso del castrum Petri (SV), scavato dal 1982 al 1987. Sito fortificato posto sul ponente ligure, ora frazione di Finale Ligure, conserva ancora le due cinte murarie e alcune torri. L'accesso all'interno del Castrum era costituito da una rampa sorretta da muri in pietre eretto a secco. Sorprendente di questo sito è il numero elevato di reperti ritrovati collocabili per lo più nella prima metà di VII secolo d.C.: anfore africane e mediorientali, vetri, lucerne, manufatti in osso. La prima notizia del castello è il Diploma datato 1162 con cui Enrico I venne investito da Federico Barbarossa della Marca di Savona.

Tra la fine del X e l'inizio dell'XI secolo venne costruita la chiesa di Sant'Antonio nei pressi del castrum bizantino.

 

Note: i reperti sono conservati al Museo Civico di Finalborgo.

La Chiesa di Sant'Antonio venne dedicata a un soldato reso santo e costruita nel primo trentennio dell'XI secolo, ad aula unica e con cripta. La struttura versa in uno stato di degrato molto avanzato, conserva l'abside e i rustici archetti ciechi.

 

 

Bibliografia

Bonora E., Fossati A., Murialdo G., Il "castrum Pertice", Notizie preliminari sulle campagne di scavo 1982 e 1983 in località Sant'Antonio, FInale Ligure (Savona), in "Archeologia Medievale", XI, pp. 215-242

Castiglioni E., Il "castrum" tardo-antico di S. Antonio di Perti, Finale Ligure (Savona); terxe notizie preliminari sulle campagne di scavo 1982-1991, in "Archeologia Medievale", XIX, pp. 279-368

Fumagalli V., Castelli reali castelli immaginari, in Lazzari, 1991, pp.3-6

Gelichi S., IIntroduzione all'Archeologia Medievale, Carocci, 1997

Murialdo G., Perti un territorio rurale nel Finale tra la preistoria e l'età moderna, IISL, Finale Ligure, 1996

Ravegnani G., Castelli e città fortificate nel VI secolo, Ravenna, 1983

Settia A. A., Castelli e villaggi nell'Italia padana. Popolamento, potere e sicurezza tra IX e XIII secolo, Napoli, 1984

 

 

 

Argomento: L'incastellamento nel Medioevo

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VodsJoinend | 11.11.2013



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