Lisbona, 1° novembre 1755: distruzione

01.11.2013 13:29

Il grande terremoto avvenuto a Lisbona nel 1755, fu causato da un movimento tettonico che si registrò la mattina del 1º novembre con epicentro non distante dalla capitale del Portogallo, localizzato nell'Oceano Atlantico. Il sisma interessò complessivamente una superficie di 11 milioni di km2 e raggiunse un'intensità tra gli 8,7 e i 9,0 della Scala Richter. Nei luoghi in cui le scosse non furono avvertite, i suoi effetti si manifestarono sotto le acque. Colpì gran parte dell'Europa, dell'Africa (in Marocco si stimarono diecimila vittime) e dell'America e provocò i maggiori danni nella zona sud-occidentale del Vecchio Continente. L'evento ebbe profonde ripercussioni sulla società portoghese, tanto che le ambizioni coloniali del Portogallo del XVIII secolo furono totalmente distrutte. Fu demolita più di metà della Lisbona di allora. L'onda provocata dallo Tzunami raggiunse i 15 metri di altezza.

Il terremoto di Lisbona coincise con la festa di Ognisanti e distrusse quasi tutte le più importanti chiese della capitale. Per tutti i teologi ed i filosofi del XVIII secolo questo rappresentò una manifestazione della collera divina e alcuni fecero risalire la causa del terremoto alla punizione divina per il massacro degli indios nelle riduzioni sudamericane dei gesuiti.

Voltaire citò il fenomeno nel Candido e nel Poème sur le désastre de Lisbonne (Poema sul disastro di Lisbona). Il carattere arbitrario con cui persone furono risparmiate o uccise dal terremoto fu utilizzato da Voltaire per screditare il concetto di miglior mondo possibile espresso dal filosofo tedesco Leibniz.

Il concetto filosofico del sublime, già conosciuto prima del 1755, venne sviluppato e valorizzato da Kant, che cercò di comprendere tutti gli aspetti del disastro lusitano. Il giovane Kant, affascinato dall'avvenimento, ne raccolse tutte le informazioni disponibili, per poi formularne una teoria sui terremoti, espressa in tre scritti successivi. La sua teoria si basava su gigantesche caverne presenti nel sottosuolo terrestre riempite di gas caldi, teoria smantellata in seguito, da varie scoperte scientifiche. Essa resta pur sempre un primo tentativo di spiegare i terremoti attraverso un approccio scientifico e non come una punizione Divina.

 

 

Charles Lyell (1797-1875):

« Mai, nei tempi moderni, nelle regioni vulcaniche dell'Europa del sud si era verificato un terremoto

uguale allo spaventoso sisma che colpì Lisbona il 1º Novembre del 1755.

Dapprima s'udì provenire dalle viscere della terra un rombo come di tuono,

subito dopo una violenta scossa

abbatté gran parte della città. Durante sei spaventosi minuti, morirono 60.000 persone.

Il mare prima si ritirò,

lasciando il molo e la riva a secco, con tutte le navi e le barche che vi erano

ormeggiate, quindi tornò rombando,

sollevandosi di quindici metri oltre il suo solito livello.
I monti Rabida, Estrella, Julio, Marao e Cintra tremarono selvaggiamente, come suol dirsi,

fino alle fondamenta;

alcuni subirono delle fratture sulla cima, in altri si formarono paurosi crepacci.

Sulle vallate sottostanti caddero

enormi massi. Alcuni affermano che da questi monti, fra i più importanti del Portogallo,

uscì del fumo e che fu visto

il balenio delle fiamme, che si suppone fosse d'origine elettrica; si dice anche che fumarono, ma alte nuvole

di polvere possono aver dato quest'illusione.

L'estensione di questo terremoto fu la caratteristica più inverosimile. [....] tremò quasi tutta l'Europa [...]

anche le Antille. Un porto chiamato Setubal, a trenta km da  Lisbona,

s'inabissò. [...] in Marocco,

la scossa fu cosi violenta, che un paese di ottomila abitanti [...] fu inghiottito dalla terra con tutto il

suo bestiame; poi il suolo si richiuse sugli sventurati.

Il sisma si sentì anche in mare.

Sul ponte di una nave, in viaggio ad est di Lisbona, fu avvertita

una vibrazione molto simile alla

scossa avvertita a terra. [...] un'altra nave a 48 miglia ad est

di S. Vicente subì un contraccolpo

dal basso cosi violento che gli uomini che si trovavano

sovraccoperta furono lanciati verso l'alto di almeno mezzo metro. [...]

Gli esperti sostennero che il movimento di questo sisma sia stato ondulatorio, e che si sia mosso

alla velocità di 30 km al minuto.
Una grande onda si abbatté sulle coste spagnole, e si dice, che a Cadice,

abbia raggiunto i 18 metri d'altezza [...]»

 

La prima delle scosse fece oscillare la terra per quasi 3 minuti, comportando il crollo di numerose chiese e palazzi ed essendo la mattina di Ognisanti le chiese erano gremite di fedeli.

 

Richard Wolsall

«...in pochi secondi vennero giù tutte le chiese e i conventi della città, insieme al palazzo del re e

al magnifico teatro dell'opera...nessun palazzo si salvò...la visione orripilante dei morti, insieme alle grida di

coloro che erano per metà sepolti sotto le macerie eccede ogni mia possibile descrizione...perfino la persona

più risoluta non osava stare neppure un momento a rimuovere le pietre dal volto dell'amico più caro, sebbene molti

sarebbero potuti essere salvati in questo modo: ma nessuno pensava a null'altro se non alla propria salvezza;

raggiungere luoghi all'aperto e in mezzo ad ampie strade era la sicurezza più probabile»

 

Un'ora dopo la prima scossa ne arrivò una seconda, più breve ma di intensità maggiore. La popolazione corse verso il mare credendo che quella fosse una zona sicura, ma poco dopo arrivo lo tzunami.

(Espansione dell'onda dello tzunami con relative ore)


In tutta la città scoppiarono svariati incendi e ci vollero ben cinque giorni per riuscire a spegnerli.

Centinaia di scosse di assestamento colpirono Lisbona per i successivi 6 mesi.
Lisbona era stata colpita già nel 1531 da un altrettanto terremoto devastante.