Mentalità sul campo di battaglia a Legnano 1176

20.05.2013 17:21

 

I cavalieri germanici che scesero insieme all’Imperatore in Italia venivano da una società basata sul vassallaggio, cioè sul fatto che solo loro, i nobili, potevano praticare l’arte delle armi, e il resto della popolazione si affidava a loro per protezione in caso di attacchi.

 

Perciò essi si consideravano  socialmente, economicamente, militarmente, e spiritualmente superiori alla fanteria comunale con cui si scontrarono nella battaglia di Legnano; non per niente avevano un detto “mille fanti non valgono cento cavalieri”.

 

I Comuni del nord Italia avendo già da un secolo una certa autonomia rispetto all’Imperatore, avevano sviluppato una mentalità più democratica in cui ogni cittadino poteva essere eletto come console e dalla maggiore età fino ai sessanta o settanta anni ognuno poteva essere richiamato in caso di spedizione militare. In aggiunta a questo gli ampi traffici commerciali che si svilupparono in queste città accrebbero la ricchezza di artigiani, manovali ecc che così potevano permettersi protezioni e armi più costose  come la nobiltà germanica.

 

 Nelle truppe comunali le personalità più abbienti (cavalieri) erano allo stesso livello gerarchico di un contadino (fanteria) ed entrambi difendevano la città, mentre nelle truppe germaniche il cavaliere era superiore alla fanteria. Ecco perciò le due mentalità che si scontrarono sul campo di battaglia: da un lato gli Imperiali fieri e sicuri del loro status, dall‘altro i Comunali che erano cittadini che difendevano ciò che consideravano loro insieme a parenti, vicini e amici.

 

-Patrick Ricetti-

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