Musica antica e tradizionale, ANNO I n°2

27.02.2014 10:16
ANNO I n° 2
 

 

Musica antica e tradizionale

a cura de La Compagnia del coniglio associazione culturale

 

L'idea di questo spazio è nata dalla collaborazione sempre più assidua con i redattori del blog, e si prefigge di dare qualche indicazione sulla musica antica e tradizionale, di spiegare gli strumenti utilizzati, di dare qualche approfondimento sui brani e su come questi venissero suonati.

Non si ha la pretesa di esaustività, ma piuttosto di offrire degli spunti per ricerche poi più approfondite per chi ne avesse interesse.

Si intende qui dare un taglio divulgativo a temi che spesso, per chi non è del settore, creano confusione.

Si cercherà dunque di esporre le tematiche scelte di volta in volta con la redazione in maniera chiara, si cercherà di contestualizzare il più possibile, di sfatare falsi miti e svelare qualche curiosità.

Se aveste qualche curiosità potete scrivere alla redazione o direttamente alla nostra mail e saremo lieti di rispondervi, o prendere spunto per qualche articolo successivo. 

 

 

      

        

      (Dalle cantigas de Santa Maria - Viella e Citola)

 

Nel corso del precedente articolo (introduzione alla musica medievale, I-1) avevamo citato un corpus di componimenti pervenuto fino ai giorni nostri dal XIII secolo: le Cantigas (o Càntigas) de Santa Maria, corpus commissionato (e forse in parte anche composto) da Alfonso X il Savio, re di Castiglia e di Leon (vissuto tra il 1221 e il 1284, divenuto Re nel 1252).

Con questo articolo cercheremo di approfondirne alcuni aspetti e di dettagliare maggiormente la ragione per la quale siano un riferimento fondamentale per chiunque si avvicini alla musica medievale.

Innanzitutto sono un monumento molto prezioso di come venisse scritta la musica nel medioevo (si parlava nel corso dello scorso articolo di “notazione neumatica” medievale): essendo pervenute le pergamene originali su cui erano stati riportati sia i testi che la musica, ben si comprende quale riferimento possano essere.

In seconda istanza sono anche un'importante testimonianza di come potessero essere effettivamente gli strumenti antichi. Quasi nessuno strumento, infatti, è pervenuto a noi da quel periodo. La quantità di illustrazioni riportate nei “Codici” delle Cantigas ci aiutano oggi a capire quali fossero gli strumenti suonati e quali fossero le proporzioni o le forme.

I liutai che oggi ricostruiscono gli strumenti antichi tengono tali iconografie quali riferimenti preferenziali per una ricostruzione fedele.

Si possono riconoscere infatti strumenti come l'organistrum, la symphonia, varie cornamuse, dulzaine, la viella, la ribeca e la citara.

Il termine “cantiga” potrebbe derivare sia dal latino che da influenze nordiche, essendo in area celtica. La prima volta che compare tale termine è nell'opera voluta da Alfonso X, Primera cronica general, in cui voleva raccogliere la Storia della Estoria de España.

Sono componimenti molto particolari: sono espressione della musica monodica, ma traggono ispirazione da diverse fonti.

Abbracciano infatti gli influssi provenienti dalla musica sacra (in particolare dal canto gregoriano), e dai componimenti popolari (come ad esempio la lirica trobadorica e trovierica).

I testi parlano di quello che accade al “volgo”, ma sono tutti dedicati alla Vergine Maria.

Sono espressione e “cura” della molteplicità culturale religiosa presente nella penisola iberica del tempo (musulmani, ebrei e cristiani).

Raccogliendo infatti spunti dalla tradizione popolare e dalle monodie gregoriane, hanno il pregio di contenere elementi culturali tratti tra vari strati sociali e varie etnie.

Sono pervenuti fino ai giorni nostri circa 420 componimenti, divisi principalmente in due tipi: “cantigas de miragres”, in cui vengono raccontati eventi in cui Maria interviene miracolosamente in favore di alcuno; “cantigas de loor”, inni di lode alla Vergine.

In particolare, ogni dieci componimenti sui miracoli se ne alterna uno di pura lode e meditazione.

In realtà questo corpus è conosciuto ai più come “di Alfonso X il Savio”.

 

       

(Prima cantiga de loor - Cantigas de Santa Maria)

 

Sulla paternità dei componimenti, tuttavia, molto si discute, e diversi studiosi pensano che li abbia soltanto commissionati, o comunque abbia partecipato direttamente alla redazione di soltanto alcuni di essi, lasciando agli altri membri della corte poetica la lirica delle altre cantigas.

 

Delle Cantigas de Santa Maria sono pervenuti fino ai giorni nostri quattro Codici, tutti provenienti dalla corte di Alfonso X:

 

- Il c.d. “Codice Toledano”, ora conservato presso la Biblioteca Nazionale di Madrid, contenente circa 130 testi;

- Un altro codice è conservato a El Escorial, ed è il più corposo, raccogliendo circa 415 cantigas, oltre a 40 miniature e notazione musicale;

- Un terzo codice sempre conservato a El Escorial raccoglie circa 200 componimenti, e moltissime miniature

- un ultimo codice viene conservato alla Biblioteca nazionale di Firenze, contenente circa 100 cantigas.

 

Speriamo di avervi incuriositi un po' e invitati a seguirci sul prossimo numero!

 

 

 

 

Fonti

 

W. Mettman, Afonso X, o Sábio: Cantigas de Santa Maria, 4 volumes, Coimbra; 

J. Filgueira Valverde, Alfonso X, el Sabio: Cantigas de Santa Maria, Castalia;

K. Kulp-Hill, Songs of Holy Mary of Alfonso X the wise: a translation of Cantigas de Santa Maria, Tempe; 

G. Tavani, Repertorio metrico della lirica galego-portoghese, Ed. Ateneo Roma; 

E. Surian, Manuale di storia della musica, Rugginenti; 

C.L. Scarborough, A Holy Alliance: Alfonso X's Political Use of Marian Poetry, Juan De La Cuesta (Hispanic Monographs);

M.I. Colantuono, Cantigas de Santa Maria de Alfonso X el Sabio: composizione musicale e oralità, Tesi di dottorato presso Università autonoma di Barcellona, 2012.



 

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