Stemmi

24.01.2014 11:43

Stemmi

 

L'araldica è la scienza del blasone, cioè lo studio degli stemmi, detti anche armi o scudi. L'araldica è quel settore del sapere che ha lo scopo di individuare, riconoscere, descrivere e catalogare gli elementi grafici utilizzati, nel loro insieme, per identificare in modo certo una persona, una famiglia, un gruppo di persone o una istituzione.

Lo scudo
Lo scudo, supporto materiale del blasone, ha forme diverse a seconda del luogo e dell’epoca. Uno scudo è sempre descritto dal punto di vista del portatore. La destra araldica è dove è il suo braccio destro, chiamata Dexter, la sinistra è detta Sinister. Quindi nei disegni degli stemmi destra e sinistra sono invertite. Lo scudo viene ripartito in 9 sezioni, dividendolo prima dall’alto in basso mentre orizzontalmente si inizia dal centro seguendo a sinistra e poi a destra.

 

                                                                                capo

DXSX                                                                                                       punta

 

1: Mezzo capo

2: Angolo o Cantone destro del capo

3: Angolo o Cantone sinistro del capo

4: Cuore

tra 1 e 4: Posto d'Onore

7:: Mezza punta

tra 4 e 7: Ombelico

8: Angolo o Cantone destro della punta

9: Angolo o Cantone sinistro della punta

 

Caratteristiche secondarie quali le parentele e le alleanze erano indicate sui lati di destra e di sinistra rispetto al portatore.

Agli inizi gli scudi erano modellati su quelli usati in battaglia o nei tornei. Lo scudo dipinto e il cimiero scomparvero dalle consuetudini militari, ma rimasero come rappresentazioni di famiglie e individui, città, corporazioni.

 

Forme di scudo

 

 

Nello scudo, il fondo, su cui si disegnano le figure e le pezze, si chiama campo.
Esso è semplice o composto a seconda di quanti smalti è formato. Il campo dello scudo si divide in principali partizioni dette semplici. L’origine probabile sarebbe il segno lasciato dai colpi ricevuti sullo scudo al momento dello scontro; le quattro partizioni di base sono talvolta definite i quattro colpi guerrieri:

Partito - Fendente

Troncato - Tondo

Trinciato e Tagliato - "Sgualembro"

La maniera più semplice per creare nuove armi era quella di disegnare una linea sullo scudo che lo dividesse in due parti e colorando una parte con un colore e l'altra con un metallo. Agli inizi forme molto semplici erano dipinte sugli scudi e a causa del suo frequente impiego sono state chiamate "ordinari", spesso l'unico stemma dello scudo. 

 

Partizioni

 

Con il passare del tempo questa divisione dei campi divenne più complessa: il colore secondario non costituì semplicemente un’area colorata, ma iniziò a prendere forme che gli conferivano un’espressione autonoma e valore di segno. Queste partizioni di base si possono combinare all’infinito. In effetti ogni elemento si comporta come uno scudo a parte (e dunque può essere partizionato a sua volta), il che fa sì che spesso si comprendono meglio le partizioni come una unione di più scudi in uno solo, piuttosto che come la esplosione di uno solo in molti altri. Gli elementi creati da una partizione sono di dimensioni uguali, ma non hanno lo stesso «prestigio»: sono gerarchizzati secondo la loro posizione: il prestigio diminuisce dall’alto verso il basso, e da destra verso sinistra, e la blasonatura si fa secondo questa gerarchia. Un uso molto frequente delle partizione è quello di tradurre araldicamente unioni di ogni natura: matrimoni, annessione di feudi, e così via. Perciò l’unione a due si farà spesso con un partito, che ha l’effetto di comprimere in larghezza le figure e di sottolineare la preminenza del destro, o ancora molto spesso con un inquartato, che non deforma lo scudo originale, e che rappresenta una unione più paritaria: il quarto più prestigioso e quello meno prestigioso per uno, mentre i due intermedi per l’altro.

 

I colori
Grande importanza assumono ovviamente i colori, detti più propriamente Smalti, tanto che nell'Araldica non se ne usano più di sette (nove nell'Araldica inglese). Essi sono divisi in due raggruppamenti: i Metalli e i Colori propriamente detti. I Metalli sono l'Oro e l'Argento, mentre per i Colori abbiamo il rosso (Gules), l'azzurro (Azure), il nero (Sable), il verde (Vert) e il porpora (Purpure). A questi ultimi l'Araldica inglese aggiunge due colori: l'aranciato (Tennè) ed il cannellato (Murrey o Sanguine). Per esigenze di gioco utilizzeremo, oltre ai colori più tradizionali, anche l'aranciato dell'Araldica inglese.

A questi si aggiunge poi la necessità di rappresentare figure con i colori che naturalmente competono loro. Nella descrizione dello stemma tali figure vengono contraddistinte dall'attributo: "al naturale". Nel caso di raffigurazioni in bianco e nero è possibile rappresentare i colori con un sistema di punti e tratteggi, inventato da Pietra Santa e dallo stesso illustrato nel testo "Tesserae Gentilitiae", risalente al 1638.

La retinatura del Pietra Santa è utile per testi in bianco e nero e, soprattutto, per gli scudi scolpiti (si pensi a quelli presenti sull'architrave di molti portoni di palazzi d'epoca); ovviamente nel presente testo si ricorrerà decisamente al colore, tuttavia, poiché non sempre c'è accordo sulle tonalità precise (in molti casi le fonti sono discordi, specialmente per i colori dell'araldica inglese) presentiamo anche i campioni di colore da noi utilizzati.

In particolare si può far riferimento alla figura sottostante, dove sono rappresentati entrambi gli schemi da noi adottati: sia quello del Pietra Santa che quello dei colori.

 

Si noti come, nello schema del Pietra Santa, manchi il tratteggio per l'aranciato, a riprova dell'origine inglese di questo colore. Come ultima osservazione sugli smalti, intesi come colori e metalli, si rammenti la seguente Regola degli Smalti:

«È cattiva Araldica mettere Colore su Colore o Metallo su Metallo.»

È questa, ovviamente, una regola molto importante, che tuttavia ammette molte eccezioni.

 

 

 

 Le corone

 

La corona del Cavaliere è cimata da quattro perle di cui tre visibili.

La corona del Nobile è cimata da otto perle di cui cinque visibili. È tollerata la corona da nobile con le perle sorrette da un numero corrispondente di punte.

La corona del Barone è costituita da un cerchio d'oro bordato da un filo di perle che compie sei giri sulla banda (di cui solo tre sono visibili). Sono tollerate corone baronali col tortiglio alternate sul margine del cerchio da sei grosse perle (di cui quattro visibili) oppure, senza tortiglio, cimate di dodici perle (di cui sette visibili), collocate sul margine del cerchio o sostenute da un numero corrispondente di punte.

La corona del Visconte è cimata da quattro grandi perle (di cui tre sono visibili), sostenute da un numero corrispondente di punte alternate da quattro piccole perle (due visibili), oppure da due punte d'oro.

La corona del Conte è cimata da sedici perle di cui nove sono visibili. Sono tollerate le corone comitali con perle sostenute da punte o cimate da quattro grosse perle (di cui tre visibili) alternate da dodici piccole perle disposte in quattro gruppi (di cui due visibili) di tre perle ciascuno, ordinate a piramide o collocate una accanto all'altra, o ancora sostenute dal cerchio o da altrettante punte.

La corona del Marchese è cimata da quattro fioroni d'oro di cui tre visibili, sostenuti da punte e alternati da dodici perle disposte tre a tre in quattro gruppi a piramide di cui due sono visibili. Sono tollerate le corone di Marchese con i gruppi di perle sostenuti da punte o con le perle disposte a tre per gruppo, una accanto all'altra e collocate sul margine della corona o sopra un numero corrispondente di punte.

La corona del Duca è sormontata da otto fioroni d'oro di cui cinque visibili, sostenuti da punte. Sono tollerate le corone di Duca con fioroni bottonati da una perla o chiuse col velluto del manto disposto come un tocco.

 

 

Esempi di corone nelle araldiche europee

 

La corona del Principe è sormontata da otto foglie di acanto d'oro (dette fioroni) di cui cinque visibili, sostenute da punte, e alternate da otto perle, di cui quattro visibili. Sono tollerate le corone principesche che presentano fioroni non alternati a perle, oppure bottonati al centro con una perla, o ancora con le perle sostenute da punte o che sono chiuse superiormente col velluto (dello stesso tipo del manto) come un tocco, sormontato o meno da una piccola croce o da un fiocco d'oro (detto pennello).

 

Bibliografia:

Carl-Alexander von Volborth, Usi, regole e stili in Araldica, Fratelli Melita Editori, 1994

Per le immagini:

https://www.usnb.it/wiki/index.php?title=Kit:L%27Araldica_Atlantidese/Le_Regole_Araldiche
https://isiaurbino.net/frammenti/index.php/iconografia/araldica-pu/53-simboli-araldici-nellidentita-della-provincia