CACCIA

s.f. [prov. e cat. cassa; fr. chasse, ant. chace; sp. e port. caza (ted Katz)] (pl. -ce).
 
Attività di ricerca, cattura e uccisione di animali servatici mediante l’uso di strumenti tecnici idonei e in particolare di armi. Nel corso del Medioevo la c. fu al centro di esigenze materiali e simboliche.
Costituì in primo luogo una tecnica per l'approvvigionamento alimentare: nel sistema economico altomedievale, caratterizzato dalal prevalenza dell'incolto, la selvaggina integrava l'alimentazione sia dei ricchi sia dei poveri. Inoltre l'uccisione di animali selvatici, oltre ad assolvere alla necessità di protezione dei campi e bestiame, forniva pelli per confezionare capi d'abbigliamento anche ricercati.
Le prede preferite, soprattutto dagli aristocratici erano cinghiali e cervidi oppure volatili. meno frequente era la cattura di lepri, conigli, lupi, volpi e orsi. 
Sin dai primi secoli del Medioevo i re, imitati a partire dal secolo X-XI dall'alta borghesia, riservarono alcune aree alla c.; la contempranea tendenza alla riduzione delle zone dell'incolto rese la c. sempre più una attività riservata all'elite guerriera, che vi trovava anche un'occasione di esercizio atletico, di pratica con la cavalcata e addestramento con le armi.
Le modalità di cattura di una preda erano essenzialmente due se si escludono le trappole (lacci, gabbie, tagliole, reti) utilizzate soprattuto dai contadini: l'una con i cani, l'altra con i falconi, sistema introdotto dai popoli nordici,. La prima prevedeva di stanare la preda nel bosco, poi di inseguirla e infine di ucciderla; la seconda, invece, introdotta a partir dal V sec., non comportava grand spostamenti e si praticav soprattutto in campo aperto, dove rapaci addestrati venivano fatti levare in volo per catturare la preda. Con il restringersi della c. alla aristocrazia si accentuarono gli aspetti simbolici di essa: da una parte l'attività venatoria divenne un momento ludico e di convivialità maschile tra il re e i suoi guerrieri e tra il re e i grandi del regno; dall'altra, durante il processo di affermazone della signoria territoriale e, più tardi, con l'espansione dei comuni nel territorio circostante, essa divenne anche una'attività volta alla definizione simbolica degli spazi dominanti. Nel pieno e basso Medioevo la c. fu quindi una forma tipica dello stile di vita del re e della aristocrazia laica; la c. era a regola preclusa agli ecclesiastici, ma questo non impediva loro di praticarla regolarmente.
sin. attività venatoria 
 
 
Servitori che preparano le reti per la selvaggina e battuta di caccia al lupo. Miniaa. 
Livre de la chasse, XIV sec., Gastone Phèbus. Parigi, Bibliothèque National



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Caccia coi cani. Miniatura.
Livre de la chasse, XIV sec., Gastone Phèbus. Parigi, Bibliothèque National
 


 
 
Scena di caccia. Miniatura.
Livre de la chasse, XIV sec., Gastone Phèbus. Parigi, Bibliothèque National





 
 
 
 
 
 
 
 
 
Caccia al cervo. Miniatura.
Livre du roi Modus et de la reine Ratio, Henri de Ferrières,
 Paris, BnF, Département des manuscrits, Français


 
 
 Corradino si Svevia a caccia cil falcone. Miniatura. 
 Codice di Manesse, XIV sec., Heidelberg, Universitatsbiblirhek.

 

 

 

 

 

Le Livre de la Chasse, Slaying the Boar (Morgan Library, c. 1407)

 

 

 

 

Caccia al cinghio. Miniatura.
Livre de la chasse, XIV sec., Gastone Phèbus. Parigi, Bibliothèque National

 

 

 

 

Falconi sul loro posatoio. Miniatura. 

De arte venandi cum avibus, XIII sec. Federico II di Svevia. Roma, Biblioteca Vaticana.

 

 

 

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AA. VV., Enciclopedia del Medioevo, Le Garzantine, Milano Garzanti, 2007

Enciclopedia Treccani

Dizionario etimologico Ottorino Pianigiani